Contrariamente agli anni precedenti, quest’anno a fine giugno abbiamo optato per un itinerario tutto europeo per le nostre vacanze: dalla Costa Azzurra alla costa atlantica francese, poi a quella della Spagna, che abbiamo seguito fino alla punta estrema, Fisterra, per poi seguire un itinerario più interno attraverso i Pirenei fino a tornare in Provenza, passando per Andorra.
Potete trovare l’itinerario completo qui: viaggio
Qui trovate la prima parte del viaggio. Qui, la seconda.
Per tutto il viaggio in Francia e in Spagna, il nostro fedele compagno è stato il sito di prenotazioni alberghiere Booking.com (se non siete ancora iscritti e desiderate farlo, usando questo link Booking vi riaccrediterà 15 euro la prima volta che effettuate una prenotazione).
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Noi infatti da molti anni ormai utilizziamo quasi soltanto Booking per le nostre prenotazioni, specie per i viaggi itineranti.
GIORNI 11 E 12 – LEON, BURGOS E PAMPLONA
Oggi inizia il nostro viaggio di ritorno verso est. Facciamo tappa per pranzo a Léon, è domenica mattina e la città ci accoglie con la sua pacifica atmosfera. Visitiamo passeggiando qualche chiesa, ci gustiamo un bell’aperitivo sul corso principale (che data l’abbondanza e con qualche rinforzo ci fa anche da pranzo) per poi riprendere il viaggio alle volte di Burgos.
Per le vie di Burgos
A Burgos troviamo un hotel decisamente accogliente e centralissimo . In serata ci sorprende un grosso temporale, per cui riusciamo solo a correre fino al ristorante più vicino (per fortuna ce ne sono molti in una viuzza proprio dietro l’hotel) per cenare.
La mattina dopo visitiamo finalmente la città, facciamo colazione in piazza (Spagna e Francia sono paesi che si “assimilano” molto bene semplicemente sedendosi a un tavolino di un bar in una piazza e osservando la vita che scorre, trovo) e poi dedichiamo alcune ore alla visita della cattedrale di Burgos, che si rivela enorme e magnifica! E davvero imperdibile con le sue innumerevoli cappelle e sale ricche di tesori storico-artistici.
Cattedrale di Burgos: interni
Dopo la visita riprendiamo la strada per arrivare a Pamplona. A causa della festa di San Firmino, non riusciamo a trovare un hotel in città, così decidiamo di fermarci a qualche chilometro dal centro. Scelta decisamente azzeccata, visto l‘allegro caos che troviamo in città!
L’intera città è nel pieno dei festeggiamenti, ovunque vediamo un numero incredibile di persone vestite di bianco e di rosso (non c’è letteralmente nessuno in giro vestito di altri colori) che mangia, ride, balla e passeggia per la città – e sono solo le 3 del pomeriggio!
Veniamo immediatamente contagiati dallo spirito della festa e ci buttiamo nella mischia (io sono già vestita di bianco e rosso, gli altri si adeguano rapidamente acquistando qualcosa da una delle numerose bancarelle).
Una delle esperienze più incredibili e divertenti di tutto il viaggio! Altrettanto incredibile il grande senso civico degli abitanti, che festeggiano allegramente ma senza degenerazioni di sorta. Anche la pulizia è ineccepibile: ovunque ci sono mezzi e personale che ripuliscono immediatamente piazze e strade da bicchieri, bottiglie ecc.
Alba a Pamplona
GIORNO 13 – PAMPLONA – ANDORRA
La mattina dopo ci svegliamo all’alba per tornare in città e assistere alla famosa corsa dei tori. Essendo un po’ sensibile all’argomento, mi sono informata prima: i tori non subiscono violenza, si tratta infatti di una corsa di tori di circa 800 metri che ha come punto di arrivo la plaza de toros e si tiene ogni giorno tra il 7 e il 14 luglio alle otto del mattino, con una durata media tra i tre e i quattro minuti.
Anche qui, l’organizzazione è assolutamente perfetta: doppie transenne, polizia e personale sanitario pronto a intervenire. Ci aspettiamo una corsa mozzafiato, forse addirittura drammatica per qualcuno dei partecipanti. Invece il tutto si risolve in una sorta di transumanza, con i tori che oggi trotterellano lenti e tranquilli, incuranti dei “corridori” che li precedono, fino a Plaza de Toros. Per gli spettatori, l’intero spettacolo si consuma in pochi istanti.
Mitici churros: ipercalorici ma buonissimi, specialmente al mattino presto e dopo una levataccia!
Dopo una colazione a base di caffè e churros in uno dei bar della piazza principale, ripartiamo alle volte dei Pirenei: oggi infatti si sconfina, visto che dormiremo ad Andorra la Vella, la capitale del piccolo stato di Andorra.
L’itinerario attraverso i Pirenei spagnoli è semplicemente spettacolare, uno dei pezzi più belli di tutto il viaggio. Dolci vallate con laghetti e pascoli si alternano a tratti di montagna più impervi.
Pirenei spagnoli: cartoline di viaggio
Al confine Spagna – Andorra, a quasi 2000 metri (ma fa un caldo soffocante), incontriamo una vera e propria dogana; dopo averla superata entriamo finalmente nel territorio di Andorra, che sulle prime si presenta come un’alternanza di tratti alpini e brutti casermoni che ospitano perlopiù hotel per sciatori e centri commerciali con negozi di tabacchi, liquori, profumi e orologi.
Mi ricorda un po’ Livigno, ma con l’edilizia selvaggia anni ’70 di altre località sciistiche.
Raggiungiamo infine la capitale, Andorra la Vella, e il nostro hotel, moderno e accogliente. Decidiamo subito di fare un giro a piedi e, a dire il vero, rimaniamo piuttosto delusi: si tratta infatti del consueto mix tipico delle località tax-free e dei paradisi fiscali, fatto di banche, negozi che vendono tabacchi e generi di lusso, ma anche abbigliamento dei “soliti” marchi che si possono trovare ovunque nel mondo.
Uno dei pochi scorci “alpini” di Andorra la Vella
Centro città
Insomma, Andorra la Vella non è brutta ma è decisamente poco caratteristica, un po’ fredda e più orientata a visitatori business o a persone in vena di shopping.
Le lingue parlate dai locali spaziano dal catalano (prevalente) allo spagnolo e al francese.
Ceniamo in un ristorante di sushi e andiamo a letto presto.
GIORNI 14 – 16: ANDORRA LA VELLA – ARLES (E AVIGNONE)
Il territorio di Andorra ha un’altitudine media di 1900 metri!
Il giorno dopo ripartiamo – in direzione Francia! Dopo pochi chilometri di alta montagna, tra pascoli e alte vette, passiamo finalmente il confine. I Pirenei francesi sono altrettanto belli di quelli spagnoli, anche se forse più dolci e meno scenografici di quelli spagnoli.
Discesa da Andorra…
Pirenei francesi
Spinti soprattutto dalla fame (e non essendoci documentati sul tragitto di oggi), per puro caso all’ora di pranzo scopriamo una delle località più deliziose di tutto il viaggio, che è anche patrimonio UNESCO: Villefranche-de-Conflent.
Cartoline da Villefranche-de-Conflent
La cittadina medievale è deliziosa, un vero angolo paradisiaco di Francia del Sud incastonato tra alte montagne! Consigliatissima per una tappa o anche un pernottamento.
Ripartiamo e nel tardo pomeriggio raggiungiamo finalmente Arles, dove abbiamo affittato un “mas“, una casa rurale con giardino e piscina, dove trascorreremo le prossime tre notti per un po’ di relax, finalmente!
Arles, tra cucina e cultura
Il Mas Bonement, prenotato sempre con Booking, si rivela la scelta più azzeccata: deliziosamente spartano, ma arredato con gusto e spirito pratico, ci regalerà tre giorni di relax alternato a visite nei dintorni.
Il Mas Bonement è dotato di una bella piscina con filtro biologico (senza prodotti chimici quindi) e di un fresco giardino. La cucina è ben attrezzata e la WiFi funziona perfettamente, infatti sono riuscita anche a lavorare un po’. È consigliatissimo anche per soggiorno più lunghi. I padroni di casa sono gentilissimi: sono passati più volte a chiedere se avessimo bisogno di qualcosa e un giorno, dopo un brevissimo blackout, ci hanno regalato una bottiglia di vino per scusarsi, anche se non era certo colpa loro!
Ceniamo ad Arles, all’ombra delle mura dell’anfiteatro romano, dove troviamo alcuni localini con una bella carta e un’atmosfera fantastica.
Il giorno seguente, dopo aver oziato tutta la mattina a bordo piscina, decidiamo di visitare Avignone e in particolare il Palazzo dei Papi. La visita ci è piaciuta moltissimo, non solo per la spettacolarità del palazzo, ma anche per la modalità della visita: al visitatore viene infatti consegnato, oltre all’audioguida, un iPad con cui è possibile ricreare, in una sorta di realtà aumentata, gli ambienti e le atmosfere dell’epoca. Molto bello anche per i più giovani.
Dopo la visita ci fermiamo per cena ad Avignone, che è molto vivace per via del festival teatrale che vi si sta svolgendo.
Sul ponte di Avignone, quello della canzone…
Decidiamo di dedicare l’ultimo giorno in Camargue nuovamente all’ozio a bordo piscina e, nel pomeriggio, a un giro in auto in Camargue. Da amante della natura, è senz’altro uno dei luoghi che mi ha affascinato di più.
Fauna della Camargue…
Saintes-Maries-de-la-Mer by night
Visitiamo le saline dalle mille sfumature di rosa e dalla bella avifauna, per poi inoltrarci a piedi nel parco naturale della Camargue, dove vediamo fenicotteri, nutrie, castori, miriadi di altri uccelli acquatici e altri animali. È il tramonto e tutto è avvolto in una luce bellissima.
Per coronare la nostra breve visita alla natura della Camargue, decidiamo infine di cenare a Saintes-Maries-de-la-Mer, in uno dei tanti caratteristici ristorantini di pesce.
GIORNI 17 E 18: VALENSOLE – CASA
Gole del Verdon, una strada dalle viste spettacolari…
Il giorno dopo partiamo per quella che sarà la nostra ultima tappa in questo viaggio: la regione di Valensole con i suoi campi di lavanda!
È il 14 luglio, festa nazionale francese, e siamo ormai al culmine, anzi quasi alla fine della stagione della fioritura. Ciò nonostante, grazie a un itinerario trovato su internet riusciamo a vedere molti campi ancora in fiore, che ci abbagliano con il loro violetto intenso!
Itinerario consigliato per la lavanda in fiore:
Tutto è viola e profumato…
Il giorno dopo rientriamo a casa, per strada ordinaria a causa del traffico preannunciato sulla costa ligure. Scelta ottimale, perché oltre a godere fin quasi all’ultimo di splendidi paesaggi, lungo la strada non troviamo nessuno!
Si conclude così un altro viaggio, stavolta alla scoperta di un altro pezzo di Europa!
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