Nel mio personale percorso verso una vita possibilmente senza clutter (=ciarpame) ho letto vari libri, blog ecc. dedicati a queste tematiche e ho sempre notato come questi siano quasi sempre concentrati sullo smaltimento, sul regalare o addirittura buttare cose, mentre secondo me tutto questo processo è utile solo se serve a imparare che è altrettanto importante, se non di più, limitare l’input, ossia tutto quello che compriamo.
Ora, come potete notare anche da questo blog, non mi sono certo votata a una vita ascetica, né ho giurato di rinunciare del tutto a comprare nuovi capi di abbigliamento, tutt’altro: quello che cerco di fare è comprare meno, compiere scelte più razionali e fare acquisti più soddisfacenti e questo sia nell’immediato che a più lungo termine.
Mano a mano che progredivo nel decluttering del guardaroba, ho capito un po’ quali sono i miei personali punti deboli nel fare shopping e ho sviluppato la sana abitudine di farmi alcune domande prima di ogni acquisto (fosse anche nel camerino, davanti allo specchio, subito prima di premere il pulsante Invio del carrello di qualche online store o persino a merce già ricevuta – c’è sempre tempo per farlo!)
Immagine: tutte le immagini sono tratte da Pinterest
1 In quali occasioni indosserò questo capo/accessorio?
Inutile dire che, se non mi vengono subito in mente alcune occasioni d’uso nell’immediato futuro (quindi escludendo il matrimonio della cugina nel 2019 o l’ipotetica cena di gala a cui potrei essere invitata forse tra sei mesi), è assolutamente il caso di lasciar perdere.
In alcuni casi – per capi e accessori basic o d’uso quotidiano – sono addirittura più drastica e mio chiedo: indosserei questa cosa domani mattina? La prova del domani mattina è efficacissima, credetemi, perché ti obbliga a darti una risposta sincera evitando eventuali scuse mentali.
Una volta ho letto una statistica in cui si affermava che oltre il 60% delle donne fa shopping per una “vita di fantasia”, ossia per occasioni che vorrebbe magari avere, ma di fatto non ha – questo spiega in alcuni casi le Louboutin tacco 14, i vari abiti da fatine/principesse/ballerine anche dopo i 30 anni e lontano da Carnevale/Halloween.
Almeno questo è un errore che personalmente tendo a non fare, ma qualche volta anch’io mi sono auto ingannata sull’effettiva comodità di un capo o di un accessorio (tipicamente tacchi over 9-10cm) perché mi piaceva e basta.
2 Come si abbina l’oggetto dei miei sogni con il resto del mio guardaroba?
Sul momento cerco di immaginare almeno 3-4 abbinamenti fattibili con quello che già possiedo in termini di colori, stile, accessori, scarpe e capospalla; se non li trovo o l’acquisto richiede altri acquisti a valanga per essere indossato, lascio perdere. Immediatamente. Senza scuse (beh, quasi sempre).
Questa domanda ha però anche altre sfaccettature: anche ammesso che l’oggetto si abbini ad altre cose che già abbiamo, infatti, c’è sempre il problema del nostro stile personale e dei nostri gusti estetici, che anche se ci siamo fatte momentaneamente prendere da un raptus dopo la visione intensiva di blogger e influencer su Pinterest o Instagram non cambiano di colpo.
Anche in questo caso, vorrei poter dire di essere immune al fenomeno, invece ogni tanto devo ancora vigilare su me stessa… Il mese scorso ho comprato un abito a fiori completamente fuori dal mio stile, oltretutto troppo leggero per la stagione, che non so se metterò mai. Io e i fiori siamo, come dire… due cose diverse, poco importa se adesso gli abitini folk sono di moda.
3 È adatto al mio fisico ATTUALE?
Qui l’accento è su attuale: non il fisico che vorrei, né quello che avevo a 22 anni dopo la vacanza on the road e senza soldi in Portogallo, né quello che potrei avere se seguissi il programma di Kayla Itsines per 9 mesi non stop. Ogni nuovo acquisto deve starmi divinamente bene ORA, così come sono fatta adesso, e possibilmente valorizzare i miei punti di forza minimizzando eventuali difetti, facendomi sentire sicura di me. Perché posso garantire che sono quelli che si indosseranno sempre e continuamente.
4 È troppo trendy?
Ho sempre avuto gusti classici, ma sicuramente mi sono lasciata tentare tante volte anche da acquisti trendy. Per me, le due cose possono coesistere benissimo, l’importante è sapere in cosa conviene investire. In ogni caso, per me, gli unici acquisti trendy che vale la pena di fare sono quelli che si adattano perfettamente al nostro stile, che ci sono piaciuti subito istintivamente e che ci valorizzano (vedi punto 3).
5 È comodo?
Questa domanda dovrebbe essere una delle più semplici a cui rispondere, invece noi donne siamo bravissime ad auto ingannarci. C’è anche chi è più votata alla sofferenza, ma chi (come me) sa di non esserlo fa bene a lasciar perdere subito in presenza di capi troppo stretti, troppo larghi e ingoffanti o che richiedono complicate modifiche sartoriali (a meno che non si tratti dell’orlo dei jeans, ecco), che sono del tutto inappropriate e scomode per l’occasione ecc. ecc.
6 E le istruzioni di lavaggio?
Personalmente cerco di evitare, per ragioni ecologiche e anche economiche, tutto quello che richiede il lavaggio sistematico e frequente in tintoria (a meno di cappotti o altri capi particolari). Perché so già in anticipo che il lavaggio a secco è un’altra incombenza che si aggiunge alla mia già lunga lista di cose da fare e questo farà sì, inevitabilmente, che il capo verrà indossato molto poco.
7 Di cosa è fatto?
Devo ammettere onestamente di essermi macchiata più volte del peccato di acquistare una blusa in poliestere semplicemente perché mi piaceva. Anche lì, comunque, c’è sintetico e sintetico e persino una persona poco esperta come me lo vede a occhio. Per il resto, però, cerco di pensare sempre alla qualità, alla gradevolezza del capo indossato e alla sua durata nel tempo, preferendo comprare meno, ma meglio in termini di qualità.
8 Colma una lacuna nel mio guardaroba o va ad arricchire una categoria già troppo presente?
C’è chi accumula jeans, chi scarpe o chi, come me, bluse… Anche se è l’errore che forse tendo a commettere più spesso, vale sicuramente la pena porsi questa domanda e, nel caso, rinunciare. Facilmente, infatti, nella nostra ricca collezione ci sarà già qualcosa di molto simile.
9 A parità di spesa, ci sono altri pezzi che potrebbero avere un impatto maggiore sul mio stile o sul mio guardaroba?
Io per esempio amo le borse – le amo proprio tanto – però mi sono resa conto che avere otto borse in sfumature che vanno dal beige chiaro al cammello non ha senso e non fa di me una persona vestita meglio che averne una o due.
A parità di investimento (e alcune borse sono davvero un investimento), ci sono sicuramente cose che non ho ancora, che sono bellissime e che “creano” davvero un outfit.
10 Mi serve o mi piace veramente o sto pensando di prenderlo perché sono triste/arrabbiata/annoiata/stanca/stressata/ce l’ha la vicina?
Una domanda molto personale quanto efficace.
Immagine: tutte le immagini sono tratte da Pinterest
A monte di tutte queste domande, cerco anche di seguire la regola del «fuori 1, dentro 1»: insomma, non compro un nuovo capo finché non ne scarto almeno uno della stessa categoria (ossia non vale scartare una pila di T-shirt scolorite che mettevamo al liceo e comprare in cambio altrettanti cappottini, jeans, stivali ecc.).
Per un periodo, inizialmente, ho aumentato la difficoltà e per un periodo ho seguito la regola del «fuori 2, dentro 1», ossia compravo un solo capo nuovo ogni 2 donati o scartati per usura della stessa categoria.
È stata dura, lo confesso, ma l’impatto anche visivo sul guardaroba è stato fantastico: un armadio più vuoto e pieno solo di cose belle.
A proposito: la regola, per essere efficace, dev’essere seguita in quest’ordine: prima si scarta e poi si compra, non vale fare l’opposto, scartando magari cose ancora belle solo per far spazio a quelle nuove.
Qualche guida utile:
In The Dressing Room With Brenda
… e anche qualche blog interessante sul tema:
Mindful Living – Silvia Petiti Architetto
Into Mind di Anuschka Rees: https://anuschkarees.com/
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